martedì 4 maggio 2010

Roma città aperta

dopo tre giorni di vacanze romane è difficile ricalibrare gli impegni lavorativamente parlando.
Roma ha un fascino fuggente, nascosto tra lunghe scie di multietnico turismo di massa e automezzi in doppia fila e in coda ai semafori.
Ho potuto constatarlo il primo di maggio, quando gli avventisti dei concerti di sinistra si ammassano in piazza san giovanni e limitrofi e i turisti nel luoghi di cluto in piazza navona e similari. Il resto della capitale è piacevolmente deserto, abbandonato dai residenti per la gita fuori porta, ancora denso di echi di voci e di calpestio.
Un posto molto bello ed inedito è un minuscola via che da via del pellegrino porta e campo dei fiori. ha i ciottoli rastrellati, case basse dalle finestrelle piccole e di legno, che spesso nascondo anfratti, dove l'accozzaglia di pennelli intinti e pezzi di legno raccontano di laboratori di pittori o restauratori.
Mi ha colpito molto un cartello, "non ci sono lavori, parcheggiare qui"...che dice tutto su quanto i luoghi comuni che raccontano di esasperato cinismo romano abbiano a volte delle eccezioni piacevoli.
Nella stessa via un scena bucolica, quasi pasoliniana, di uomini avanti con gli anni seduti al contrario su seggiole di legno in strada che si raccontano della lazio e dell'inter e guardano trucidi questi due turisti passare.... un'immagine che non mi sarei mai aspettata di vedere nel cuore di roma, ma che piacevolmente mi fa rifletter sulla frase "tutto il mondo è paese".
Dopo quasi tre anni di vita nelle Marche e nel paesello, questo soggiorno romano mi ricorda cosa ho amato del vivere in città, ovvero la forza cosmopolita che trasmette, la possibilità di entrare in contatto con tante tipologie umane differenti, il chè lo trovo sempre arricchente e una capacità di aumentare e veicolare la capacità critica che abbiamo su noi stessi. Paradossalmente penso che con l'aumentare delle dimensioni del luogo in cui viviamo (e quindi la densità di popolazione di questo) diminuisce esponenzialmente la nostra sfera in cui l'io egocentrico prende il sopravvento sulla società e sul mondo, dando spazio a quanto la considerazione dell'altro prende posto nella nostra vita.
A Roma l'Altro è sempre e costantemente presente, si affacci in maniera violenta e quasi ossessiva alla finestra della nostra vita, il chè potrebbe portare, senza ombra di dubbio, ad una eccessiva messa in discussione, ma forse anche ad ergere muri e a costruirci indifferenze.
E' forse per questo che ho deciso di abbandonare la città....e allo stesso tempo di tornarci spesso per riscoprirne le magie e raccoglierne le idee e le informazioni sul mondo. Così avrò sempre la capacità di stupirmi e di farmi delle domande.

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